E-commerce in nero scoperto con l’incrocio delle banche dati
9 Settembre 2024
Il Sole 24 Ore 6 Agosto 2024 di Alessandro Galimberti e Valerio Vallefuoco
L’operazione. Acquisti online per 1,3 miliardi , con 300 milioni di Iva non versata nel 2017 e nel 2018, nel mirino della Gdf di Pescara
Una gigantesca evasione fiscale sulle vendite online di beni prodotti all’estero – soprattutto abbigliamento ed elettronica – è stata scoperta dalla Guardia di finanza di Pescara che ha individuato 850 aziende in debito di oltre 300 milioni di Iva non versata all’erario italiano.
L’inchiesta, che riguarda gli anni 2017 e 2018 – quando le vendite transnazionali B2C (business to consumer) avevano regole più elastiche e erano interessate da controlli più difficili – ha fatto emergere oltre 1,3 miliardi di euro di transazioni effettuate tramite il marketplac e di Amazon completamente in nero, su un totale di vendite intermediate di 3 miliardi: in sostanza il 47% del mercato era in evasione totale di Iva, con danno erariale di oltre 300 milioni.
I riscontri incrociati ottenuti dalle Fiamme Gialle hanno potuto contare anche sui dati delle transazioni recuperati dal data base di Amazon, considerato che i marketplace digitali dal 2021 sono diventati per legge dei co-obbligati dell’Iva, parti integranti delle transazioni concluse e non più semplici spettatori “neutrali” delle operazioni intermediate.
Il business illecito ha visto coinvolte imprese di vari Paesi non solo Ue (Francia, Germania, Spagna, Portogallo, Polonia, Austria, Svezia, Estonia, Lituania) ma anche in Usa, Regno Unito, Canada e soprattutto Cina.
L’inchiesta delle Fiamme Gialle si è incentrata sull’analisi dei dati riguardanti le vendite online incrociati con le informazioni fornite dai gestori dei siti e-commerce, dati poi confrontati con le banche dati dell’amministrazione fiscale dove è possibile identificare e verificare la posizione dei contribuenti, quando esiste. I sospetti sono stati confermati dal fatto che di 850 operatori molto “attivi” in Italia non risultava traccia, avendo questi attentamente evitato di aprire una partita Iva. La normativa vigente all’epoca – modificata nel 2021 – nel caso di vendite in e-commerce a consumatori privati prevedeva che l’imposta venisse assolta direttamente dall’operatore commerciale nello Stato membro di destinazione (cioè in Italia) ma solo se il giro d’affari annuale qui superava i 35mila euro.
Pertanto le vendite effettuate via e-commerce dall’impresa con sede all’estero nei confronti del consumatore italiano erano considerate rilevanti per l’Iva solo se il venditore aveva superato la soglia di 35mila euro di vendite nell’anno solare in corso o in quello precedente (soglia nel tempo abbassata fino agli attuali 10mila euro). In quel caso il venditore era tenuto a nominare un rappresentante fiscale o a procedere all’identificazione diretta per assolvere gli obblighi Iva. In entrambi i casi, l’adempimento dell’obbligazione tributaria prevede che vengano assolti tutti gli obblighi, dalla documentazione alle registrazione, dichiarazione e versamento dell’imposta, come un qualsiasi contribuente.
La modalita? “spontanea” di identificazione per gli operatori esteri, che fino a pochi anni fa apriva spazi enormi per condotte illecite, è stata lo spunto investigativo che ha permesso alla Gdf di Pescara di “forzare” lo scrigno del nero digitale.
Le nuove regole in vigore dal 2021 nell’Ue – direttiva 2017/2455/Ue e il regolamento Ue 2017/2454 che implementa la cooperazione amministrativa e penale, strumenti utilizzati da questa indagine – hanno abbassato la soglia di esenzione a 10mila euro di giro d’affari/ anno, ma soprattutto hanno spostato in carico all’intermediario – cioè al marketplace – l’assolvimento dell’Iva (dichiarazione più pagamento). Il marketplace oggi è considerato come il soggetto passivo che acquista e cede i beni nei confronti di una persona che non è un soggetto passivo Iva (come nel caso del consumatore). Con le nuove regole è evidente la centralità del ruolo del marketplace all’interno nella catena commerciale e la sua posizione di solidarietà debitoria dell’Iva, confermata dal Dl 34/2019 (convertito nella legge 58/2019).
E mentre il comandante provinciale della Gdf di Pescara, Antonio Caputo, spiega che il lavoro investigativo è solo all’inizio («Individueremo ogni posizione debitoria»), gli evasori scoperti stanno presentandosi alla cassa per un tardivo e non spontaneo ravvedimento.