Stretta Ocse sulle residenze facili per investimenti
11 Maggio 2018
Il Sole 24 Ore 27 Aprile 2018 di Valerio Vallefuoco
Elusione. Dopo il caso Malta l’Organizzazione chiede più controlli
L’Ocse prova a stringere sulle residenze «facili» per investimenti. Già nei mesi passati, l’organizzazione internazionale aveva segnalato l’importanza che tutti i contribuenti che mantengono le attività finanziarie all’estero siano segnalati in base al Crs (Common reporting standard), ossia lo scambio di informazioni internazionali in chiave antievasione e antielusione. Ora, prendendo spunto dalle rivelazioni del «Progetto Daphne» ( consorzio di giornalisti internazionali nato per proseguire il lavoro della giornalista investigativa maltese Daphne Caruana Galizia uccisa dalla criminalità organizzata) su alcune anomalie riscontrate dai media internazionali sulle modalità per ottenere la residenza maltese e la rispettiva cittadinanza per schemi di investimento, l’Ocse riaccende i fari sulla questione.
Sforzi che si inseriscono in una strategia più ampia per promuovere la disclosure degli intermediari (sia finanziari sia professionali) sugli schemi evasivi o elusivi. Proprio l’obbligo di divulgazione potrà avere un effetto deterrente anche quindi sulla promozione di schemi di investimento tesi ad ottenere residenze e cittadinanze ai soli fini di sottoporsi a giurisdizioni fiscali compiacenti denominate Cbi / Rbi (citizenship by investment e residence by investment) per aggirare il Crs e fornire alle autorità fiscali informazioni sull’abuso di tali schemi come gli accordi di elusione del Crs. In questo senso si è preso atto che la Ue ha già iniziato l’attuazione di queste norme come parte di una direttiva sulle comunicazioni obbligatorie.
Sempre l’Ocse ha iniziato a sensibilizzare le singole giurisdizioni, compresa Malta (a cui ha inviato una specifica richiesta di informazioni e di chiarimenti sui suoi schemi di investimento per ottenere le residenze), per renderle consapevoli del rischio di abuso dei loro schemi Cbi/Rbi e offrire assistenza nell’adozione di misure di contrasto stabilendo un elenco di comportamenti pericolosi.
Inoltre, il 19 febbraio scorso l’Ocse ha rammentato di aver pubblicato un documento di consultazione, delineando potenziali situazioni in cui l’uso improprio di schemi di investimento possa presentare un rischio elevato di segnalazione Crs accurata e ricerca di input pubblici sia per ottenere prove sull’uso improprio di tali schemi nonché su modi efficaci per prevenire tale abuso. Da tale consultazione pubblica sono pervenuti una notevole quantità di suggerimenti e indicazioni utili al contrasto al fenomeno e soprattutto una vasta gamma di proposte, in particolare sui controlli da eseguire nella domanda di residenza e cittadinanza a seguito di investimenti o sullo scambio spontaneo di informazioni finanziarie con le giurisdizioni originali di residenza fiscale dei contribuenti. Infine si è suggerito di rafforzare le procedure di due diligence Crs per le istituzioni finanziarie in relazione ai conti ad alto rischio. Proposte che saranno discusse dagli esperti dei Paesi Ocse e G20 che si incontreranno a Parigi a maggio.