I mutanti. La carica delle criptobische: le trappole web del risparmio azzardato

9 Settembre 2024

Il Sole 24 Ore 24 Agosto 2024 di Stefano Elli

Le catene multilivello che svaniscono e ricompaiono con nomi diversi

Si chiama reboot, in italiano riavvio. Quando uno schema multilivello esaurisce la propria spinta propulsiva (cioè i soldi) lo si riavvia in altri luoghi e con altri nomi. E lo si fa ricominciare daccapo. È una specifica tecnica utilizzata per trattenere i clienti scottati dal crollo dello schema precedente in una sorta di insana fidelizzazione (gli psicologi la chiamano sindrome di Stoccolma).

Oggi è facilissimo farlo per tre ragioni: il debordante catalogo prodotti offerto dall’universo criptovalute (vere o presunte); la transnazionalità; e la rapidità degli scambi: il tutto contribuisce a creare l’ecosistema ideale per questo genere di rutilanti operazioni. Proprio a questa tipologia di accidenti della criptofinanza sembra appartenere l’ultimo caso di reboot: quello di Nrt (Neo Credit Token), della digital bank Lituana Banca Neo, del trust Neo Group e del programma di marketing referenziale Neo Circle.

I mutanti

Oggi Neo Circle non esiste più. È stata acquisita dall’azienda di Dubai Xera che a sua volta deriverebbe da altre tre catene: Safir International, Success Factory e The Blockchain Era. A monitorare le piroette di questi acrobati del web è il sito-testata online Decripto.org che da tre anni vigila sul mondo dei criptoscambi. Di queste – ricostruiscono gli esperti di Decripto.org – Safir era stata costruita intorno a Zeniq coin ed era stata acquisita proprio da Neo Group che l’aveva riavviata come Neo Zen Tech. Success Factory, a sua volta, era un reboot di DagCoin di Nils Grossberg ed è finita in fallimento nell’agosto dell’anno scorso. «The Blockchain Era è, tra questi, il caso più eclatante per il fatto che è durato pochissimo, nonostante le mirabolanti parole usate dai vari promotori al momento del suo lancio dalle ceneri di Wewe.global, The Blockchain Era era il suo quarto riavvio. Aggregate alla galassia figuravano anche le tre società LyoPay, LyoTrade e LyoWallet».

Come agisce Xera? «Attraverso le attività di un bot di trading guidato dal sistema di intelligenza artificiale battezzato Quantwize: investimento minimo 110 euro sollecitando puntate in Eurx che richiama nel nome un’altra criptovaluta oggi non più esistente».

E per quanto riguarda lo schema multilevel? «Si alimentava attraverso commissioni dirette realizzate grazie a una struttura di compensazioni unilevel, non mancano anche i bonus grazie ai quali è possibile entrare nella classifica gerarchica in base sia al volume degli investimenti realizzati personalmente, sia in base a quelli iniettati dai nuovi ingressi».

L’architettura

L’architettura utilizzata, dunque, è quasi sempre la stessa. Manuel Sassi Maramotti, banchiere di lungo corso che ha studiato la vicenda dall’interno, sta raccogliendo alcune centinaia di adesioni di clienti di una di queste reti a strascico, che intendono sporgere denuncia, spiega : «L’azienda inizia ad attirare i clienti con un percorso di “private sale” di token suddiviso in diversi round di acquisto. Poi il prezzo si alza e gli utenti vengono convinti che il token sarà utilizzato per acquistare prodotti e servizi nel proprio ecosistema digitale, diventando un “utility token”, moneta utilizzabile solo internamente. Nella terza fase si promette che il token sarà utilizzabile solo all’interno del circuito».

Chiamarlo risparmio tradito è improprio: più corretto sarebbe chiamarlo azzardo finito male. Ma l’enfasi dei procacciatori che da Dubai (sempre più spesso epicentro di queste avventure) si esibiscono nella pantomima del successo (il loro) sono un’esca allettante. Così ci si crede e si investe (o meglio: si punta) su strumenti parafinanziari sapientemente imbellettati per non apparire tali. E il motivo c’è: se apparissero tali si materializzerebbe la fattispecie dell’abusivismo finanziario. E in Italia collocare al pubblico strumenti finanziari senza autorizzazione della Consob e di Banca d’Italia non si può fare.

Doing business in San Marino

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