Le molteplici vie da seguire per il passaggio generazionale
9 Novembre 2021
Il Sole 24 Ore 23 ottobre 2021 di G.G.F.
PIANIFICAZIONE
Spesso il passaggio generazionale, cioè il processo che conduce al passaggio alla generazione successiva di capitali e patrimonio, e anche di responsabilità legate all’impresa, non viene affrontato per tempo o in modo adeguato. «Forse il concetto stesso di passaggio generazionale può essere fuorviante, inducendo alcuni a ritenere che si tratti di un “passaggio del testimone” definitivo ed assoluto, da compiersi in età molto avanzata», osserva Massimiliano Campeis, senior partner dello Studio Avvocati Campeis. «È invece un tema che riguarda tutte le famiglie, nella prospettiva di conferire al proprio patrimonio maggiore ordine, efficienza e protezione, e – in ottica di pianificazione successoria – di fare in modo che in futuro sia equamente diviso, scongiurando l’insorgere di divergenze, e che sia impiegato nella maniera più utile per fare fronte ai bisogni concreti dei beneficiari», spiega l’avvocato.
Se all’interno del patrimonio c’è una società commerciale, la pianificazione aiuta a preservare la stabilità degli assetti proprietari, evitando situazioni che possono danneggiare la continuità dell’azienda e il suo valore. Inoltre, dal punto di vista fiscale, «operare attribuzioni in vita può significare cristallizzare la normativa vigente, mettendo il patrimonio al riparo da futuri inasprimenti dell’imposta di successione e donazione (in Italia oggi particolarmente favorevole)», argomenta Campeis.
Esistono vari strumenti per il passaggio generazionale. Oltre al trust, è possibile ricorrere alla donazione, trasferendo beni o quote societarie al beneficiario; alle polizze vita, che oltre a offrire vantaggi fiscali sono impignorabili e vengono escluse dall’asse ereditario; al patto di famiglia, un contratto tra tutti i legittimari, che anticipa il trasferimento dell’azienda o delle quote nelle mani delle persone più idonee a occuparsene, evitando liti tra gli eredi, nonché i problemi di continuità aziendale. O all’istituzione di una holding tra gli eredi. «Non è facile indicare quali siano i migliori strumenti», riflette Campeis, aggiungendo che «spesso una buona pianificazione ne utilizza diversi, in maniera tra loro coordinata».
Intanto, già un testamento redatto con attenzione è meglio di niente. Meglio ancora, però, se combinato con un’attenta pianificazione “in vita”. «Quando nel patrimonio ci sono una o più società, con un attento utilizzo delle previsioni statutarie in combinazione con la donazione o il patto di famiglia (avente a oggetto la nuda o piena proprietà di partecipazioni), può essere costruito l’assetto più idoneo agli interessi della famiglia», aggiunge Campeis.
Mentre in caso di esigenze particolari, come la necessità di disporre attribuzioni di beni o redditi diluite nel tempo (per esempio per persone in giovane età), o di garantire una governance all’azienda di famiglia, si può appunto ricorrere al trust, che consente «di operare una programmazione dinamica del patrimonio per gli anni, o i decenni, futuri», conclude Campeis.