L’impresa eterodiretta non è fittizia se fa parte di un gruppo societario
7 Novembre 2022
Il Sole 24 Ore 24 ottobre 2022 di Giovanbattista Tona
Può essere considerata un mero schermo se è priva di autonomia strutturale
Non può dirsi né inesistente né fittizia una società solo perché risulta eterodiretta nell’ambito di un gruppo societario. Questo ha stabilito la terza sezione penale della Cassazione con la sentenza n. 32506 del 5 settembre 2022, nell’ambito di un procedimento per il reato di dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni oggettivamente e soggettivamente inesistenti.
Dopo il sequestro di alcuni beni all’amministratore di una società in relazione a questa ipotesi di reato, costui aveva sostenuto che le società emittenti erano esistenti e avevano effettiva consistenza e autonomia strutturale; sicché le fatture documentavano operazioni reali effettuate da un ente reale.
Il tribunale del riesame, al quale era stato richiesto l’annullamento del sequestro, aveva invece ritenuto che fosse comunque provata l’amministrazione di fatto di tutte le società da parte dei vertici effettivi di quella in favore della quale erano state emesse le fatture poi utilizzate per la dichiarazione asseritamente fraudolenta.
Quest’ultimo ente avrebbe inglobato e fagocitato società formalmente esistenti e in alcuni casi preesistenti e precedentemente operanti, ma successivamente private della propria autonomia gestionale, in quanto eterodirette dallo stesso gruppo di controllo.
La Corte di cassazione ritiene che questa impostazione sia giuridicamente errata e che l’esistenza di rapporti di “eterodirezione” tra società non rende quelle eterodirette solo per questo degli schermi fittizi. Essa confligge anzitutto con le precise indicazioni fornite dal legislatore in tema di gruppi societari: in particolare, come si evince anche dalla disciplina del Capo IX del Titolo V del Libro V del Codice civile, Capo rubricato «Direzione e coordinamento di società», il potere di eterodirezione della società cosiddetta capogruppo rispetto alle società eterodirette non implica, né determina in alcun modo la fittizietà di queste ultime.
Sicché l’affermazione che una società sia eterodiretta dagli stessi amministratori di quella in favore della quale emette fatture non può bastare a dimostrare che le relative operazioni siano oggettivamente o soggettivamente inesistenti.
Conclude quindi la Cassazione che «per affermare che le operazioni documentate dalle fatture siano state effettuate da un soggetto diverso, è certamente risolutivo evidenziare che l’impresa formalmente emittente sia un mero schermo, e, quindi, un soggetto in realtà inesistente; tale conclusione, però, non è in alcun modo ammissibile quando il soggetto emittente sia solo eterodiretto da altri, ma abbia comunque una sua realtà strutturale».