Srl, presunzione legittima sui conti dei familiari
10 Settembre 2018
Il Sole 24 Ore del 2 Agosto 2018 di Alessandro Galimberti
Accertamento
E’ legittima l’imputazione a ricavi dell’attività d’impresa delle movimentazioni riscontrate sui conti correnti dei familiari del socio se la compagine sociale è particolarmente ristretta e se i familiari non hanno altri redditi. Spetta in questi casi al contribuente, su cui è ribaltato l’onera della prova, dimostrare in modo analitico che l’origine degli apporti patrimoniali sui conti dei congiunti ha genesi diversa da quella, appunto, dell’impresa. La Sezione tributaria della Cassazione (ordinanza 20408/18) ha annullato due decisioni della Ctr Campania che avevano respinto la pretesa delle Entrate sulla ripresa a tassazione dei movimenti accertati sul conto del padre di un socio e della nonna – ormai 87 enne – a fini Ivsa, Irap e Ires della Srl, oltre a irrogare sanzioni per la mancata ritenuta alla fonte della quota di utili spettanti allo stesso socio congiunto. Secondo la Ctr, l’Ufficio non aveva adeguatamente motivato l’imputazione a reddito d’impresa delle movimentazioni sui conti di terzi, ma la Cassazione rifacendosi a una serie omogenea di precedenti (14556/18; 4829/15; 27075/17 tra gli ultimi) ha argomentato che, a fronte del padre del socio che non aveva mai presentato dichiarazioni fiscali e dalla di lui madre 87 enne, è legittimo applicare la presunzione dell’articolo 32 del dpr 600/73, superabile solo da prove analitiche contrarie, e comunque a carico del contribuente.